Mariano Diotto è direttore del Dipartimento Comunicazione di IUSVE – Istituto Universitario Salesiano di Venezia, partner della II edizione del Premio OMI.
Lo abbiamo intervistato per capire quali sono i valori che hanno spinto IUSVE a sostenere l’Osservatorio e il Premio OMI, come si posiziona l’istituto all’interno del mondo della comunicazione e quali sono le caratteristiche principali dei suoi percorsi formativi.
IUSVE – Istituto Universitario Salesiano di Venezia – (ex SISF) appartiene al panorama delle offerte formative dell’area veneta da ben 24 anni, da 10 per quanto riguarda la formazione universitaria. E’ nel 2004, infatti, che l’istituto apre anche ai corsi di laurea triennale e magistrale in psicologia, pedagogia e comunicazione.
Nonostante l’approccio alla comunicazione di IUSVE sia più di stampo grafico, l’istituto non ha esitato a sostenere il nostro progetto – del Premio e dell’Osservatorio più in generale -, instaurando così un dialogo con la comunicazione più teorico-culturale insegnata all’Università di Verona.
«L’Osservatorio a noi piace perché rispecchia la tradizione grafica degli Istituti Salesiani di San Zeno (a Verona) e San Marco (a Venezia), con un notevole interesse per la carta stampata e per il mondo della carta in generale» spiega Diotto. «Inoltre, ci tengo a precisare che il cartaceo, se realizzato con qualità, non ha nulla da invidiare al digitale, con il quale dialoga ancora molto bene».Le parole di Diotto sono la conferma che, anche nell’era del digitale, è possibile proporre tecnologie definibili “antiche” come le monografie d’impresa. L’importante è contestualizzare i contenuti cercando di proporli con un linguaggio moderno.
«Lo storytelling in ambito aziendale è oggi molto diffuso per creare pubblicità persuasive. In una forma estesa come quella di una monografia invece, la storia d’impresa aiuta a ricostruire l’intero percorso di costruzione di brand identity» afferma Diotto. E continua sottolineando l’importanza del Premio OMI: «Con questo Premio l’Osservatorio non intende solo incentivare l’uso della monografia, ma cerca anche di dare un orientamento culturale in materia, premiando le migliori.»
Oltre alla collaborazione con OMI, IUSVE presenta per il prossimo anno diverse novità come le due nuove sedi per i campus di Mestre e Verona e la nuova laurea magistrale in Web Marketing & Digital Communication sempre a Verona.
«L’obbiettivo di IUSVE non è fornire un’offerta formativa in concorrenza con la statale, ma fornire una risposta alla richiesta di formazione che proviene dal territorio». E sulla nuova laurea magistrale precisa: «Molti nostri studenti non trovavano lauree magistrali adatte a completare i loro percorsi di studi. La laurea in Web Marketing rappresenta anche una sfida. Crediamo che Verona abbia delle potenzialità in questo campo e ci sono molte aziende pronte ad investire nel settore».
Il punto forte di IUSVE infatti sono proprio le collaborazioni attive tra i suoi studenti e varie aziende partner sul territorio. «Il nostro corso riprende il modello americano, con un forte contatto tra università e mondo del lavoro – e precisa – I nostri studenti hanno diversi momenti in cui entrano a contatto con le aziende: tramite il workshop “Le idee non dormono mai” alla fine dei due anni di triennale, tramite un tirocinio obbligatorio e con l’evento finale per i laureati “Congraduation” in cui presentiamo direttamente alle imprese i nostri studenti e i loro progetti.»
Sulla differenza di approccio – rispetto agli altri corsi in Scienze della Comunicazione -ribadisce: «Sono tutti approcci validi, ma è sempre il mix tra cultura e pratica ad essere vincente, perché non è la sola tecnica a fare un buon comunicatore». Tuttavia, Diotto riconosce il momento di crisi dell’occupazione giovanile ed evidenzia il punto forte del suo istituto: «IUSVE mira a sviluppare nei suoi studenti più competenze possibili. In questo momento nessuno può garantire un’occupazione ai propri studenti, ma un istituto può sempre aiutare gli studenti a promuoversi nel migliore dei modi e allo stesso tempo a recepire quelle che sono le richieste del mercato, cosa a cui non hanno saputo adeguarsi molti universitari tradizionali; – e conclude – anche solo insegnare come presentarsi alle aziende e con quali documenti, sono nozioni tecnico-pratiche che al giorno d’oggi fanno la differenza».
Daniele Bazzanella
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