Lo scorso 4 aprile ho portato il mio contributo, come relatore, al Convegno “Un Archivio per la Sedia” organizzato da Comune di Manzano (UD) e che ha rappresentato lo start di un percorso con l’obiettivo di contribuire alla predisposizione di un modello condiviso di intervento volto a consolidare l’idea progettuale di un centro per la documentazione della filiera produttiva della sedia. Produzione così importante e radicata nel territorio.
 L’idea progettuale parte dalla volontà di valorizzare il patrimonio di documenti e materiali storici, in mano al Comune di Manzano, che sono già in fase di archiviazione e che, dalla fine del ‘700 ad oggi raccontano di un’attività e di un territorio strettamente connessi.
Come ha detto Angela Zolli, che ha sistemizzato il materiale archivistico la curatrice dell’Archivio “… E’ stato ripreso in mano l’inventario della collezione antica della sedia dimenticata negli scantinati municipali, dei cataloghi e dei macchinari, oltre a circa 130 sedie risalenti alla fine del Settecento fino ai giorni nostri. Sono modelli che hanno fatto la storia del prodotto come la linea Marocca, la Thonet e la Superleggera… a tale patrimonio si è aggiunto l’archivio fotografico di Urbano Gazzino, quello del designer Werther Toffoloni e di Promosedia …”

Un momento del mio intervento

Il mio intervento si è incentrato sulla citazione ed il commento di numerosi esempi di stereotipi di territorio – e attività umane che in esso si sviluppano – che nei nuovi orientamenti dell’etica della Responsabilità Sociale d’Impresa coinvolgono e stimolano le aziende a porre fattivamente attenzione alla localizzazione delle loro radici. Tali attenzioni se sapientemente sfruttate possono produrre concreti vantaggi competitivi. “… città e territori entrano, spesso in concorrenza con marchi forti che ne cannibalizzano il nome …”   e a questo proposito ho citato il mio libro del 2009  “Verona (Provincia di Gardaland)”, il caso di Genova ed il suo Acquario, il Chianti o la Valpolicella e i loro vini.
Da qui la considerazione che le amministrazioni pubbliche debbano farsi carico di coordinare e valorizzare tutti i marchi che insistono sul loro territorio, facendo sì che il marchio territoriale garantisca benessere agli abitanti, ai  consumatori, ai turisti, agli utenti e a tutti gli stakeholder.

Illuminanti sono, a questo proposito, i casi del Trentino Alto Adige: i marchi delle aziende trentine e altoatesine affidano la loro reputazione al marchio del territorio, percepito come garante della loro qualità e come tale supportato attivamente dalle amministrazioni locali.

Il mio plauso va a tutte le organizzazioni pubbliche e private che si sono attivate per questo lodevole progetto. https://www.archivioperlasedia.it/

Mario Magagnino