Dal 22 luglio al 15 ottobre 2017, al MART di Rovereto é allestita una grande mostra dedicata al più iconico – e forse più importante – pubblicitario italiano del ‘900: Armando Testa.
Torinese di nascita e di vita, Testa é una figura poliedrica: é sì pubblicitario, ma anche artista, graphic designer e stratega in proporzioni variabili a seconda del caso. Sicuramente é stato un creativo a tutto tondo con una caratteristica molto definita: saper ideare segni semiotici netti, definiti e memorabili in grado di trasmettere messaggi, emozioni e valori con una comunicazione visiva di magistrale sintesi, arrivando a creare un proprio linguaggio comprensibile a tutti.
Il suo linguaggio ci racconta oggi un’Italia divertente, divertita e fiduciosa, nonostante le difficoltà.
Un’Italia che forse oggi fatichiamo a riconoscere ma che i più “datati” fra noi non possono dimenticare e i più giovani possono conoscere tramite l’imponente patrimonio testimoniale rappresentato dai lavori di Armando Testa, il cui nome oggi é l’insegna del più grande gruppo italiano di comunicazione del mondo nel quale, i figli Marco e Antonella proseguono con successo sulla strada segnata dal padre che porta a “stare dalla parte di chi guarda”.
Al MART l’omino di Papalla, Caballero e Carmencita, il RE Carpano o l’elefante Pirelli ci faranno ripercorrere il secondo dopoguerra italiano parlandoci affacciati da bozzetti, spot televisivi, manifesti.
Nella mostra trovano giusta collocazione anche sculture e opere pittoriche nelle quali riconoscere lo stile, felicemente contaminato da Futurismo, Astrattismo e Surrealismo, di Testa.
La scelta di allestire questa mostra, commemorativa dei 100 anni dalla nascita di Armando Testa, al MART di Rovereto (anziché nella sua amata Torino) é quanto mai significativa: Rovereto e il MART sono strettamente connessi ad un altro grande artista italiano che ha applicato la sua arte alla pubblicità, con la medesima nettezza segnica di Testa: il futurista Fortunato Depero del quale non possiamo non ricordare le celebri opere per Campari (compreso il design della bottiglietta tutt’ora in uso del Campari Soda).
La contaminazione tra arte e pubblicità mi ricollega per forza di cose a Gabriele D’Annunzio.
Ma questa é un’altra storia.
Tiziana Sartori
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