Lo scorso 24 febbraio a Verona, sul tema Il Ritratto Coniugato al Futuro, si sono confrontati il sociologo Francesco Morace, il Direttore Generale dell’UPA Giovanna Maggioni, la Co-curatrice del MuMAC Cimbali Lisa Codarri e lo scrittore e critico del Design Decio Giulio Riccardo Carugati, moderati con brio e conoscenza del tema dallo scrittore e musicista Marco Ongaro.
E’ stata un vero e proprio momento incantato, quello offerto dalla tavola rotonda che si è svolta, sul palco dell’aula Magna dell’Università degli Studi di Verona, in occasione della premiazione dei vincitori del Premio OMI 2014.
Il Ritratto attorno al quale si è svolta la discussione è quello dell’Azienda e del suo passato come strumento per scrivere del suo presente e preconizzarne il futuro. Un “ritratto” quindi che si può trasformare in un’arma vincente. Il profilo che ne è scaturito è rincuorante sul piano della potenzialità, ma non altrettanto su quello della realtà oggettiva.
La positività la coglie Morace che individua la nuova comunicazione istituzionale come responsabilità che ci deriva dall’elaborazione del nostro passato. Un passato che deve imporci di sfatare la dicotomia oggi purtroppo in voga tra cultura umanistica e saperi scientifici. Pensiamo a Leonardo da Vinci, geniale proprio perchè coniugò – nel suo lavoro di ricerca e invenzione – il meglio di queste aree, mentali, ancor prima che culturali. L’eccellenza italiana é nella produzione di grandi prodotti enogastronomici e nell’ideazione delle attrezzature – leggere – per produrli al meglio.
Come sottolinea Garugati, il design italiano – che fin dai tempi di Zanuso e dei Castiglioni – ha segnato il percorso a livello mondiale, ha reso possibile la creazione di oggetti che oltre a rispondere allo scopo di “fare”, consentono anche di farlo molto bene, perseguendo addirittura l’eleganza del gesto.
Proprio questo aspetto ha permesso a Lisa Codarri di raccontare la sua esperienza come curatrice del museo MuMac di Cimbali, dedicato ad un’eccellenza della meccanica leggera italiana: la macchina per il caffé espresso. Un museo che si coccola e coccola nell’aroma della tazzina e che comprende non solo le macchine prodotte nel tempo dalla Cimbali ma anche quelle di altre marche, in una democratica narrazione della storia di un oggetto che racchiude tecnica, eleganza e tradizione made in Italy.
Ed eccoci all’aspetto che fa meditare: Giovanna Maggioni ha sottolineato come le aziende italiane e gli italiani in generale sono incapaci di raccontarsi: geniali, creativi ma cattivi venditori ed altrettanto sfiduciati estimatori di sé stessi. E ha ricordato il caso esemplare del grande pittore futurista De Pero che – ancora negli anni ’20 – preconizzò con precisione i nostri attuali “device”, dallo smartphone al tablet.
Sempre Giovanna Maggioni ha tratteggiato un progetto molto interessante per l’Osservatorio: sulla scorta dell’importante lavoro di catalogazione e divulgazione degli amati “caroselli” che l’associazione che dirige, l’UPA, sta portando avanti ha suggerito il progetto di “scrivere” una storia alternativa d’Italia attraverso le monografie d’impresa che OMI già conserva e che costantemente ricerca.
In queste righe solo l’assaggio del ricco menu che ci hanno offerto i relatori. Contiamo di pubblicare a breve il video dell’intera tavola rotonda.
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