Così recitava il foglietto dalla bacheca degli spogliatoi della “F.lli Conforti – Primaria Fabbrica Italiana Casseforti e Impianti di Sicurezza*).
Franco Conforti, seconda generazione alla guida dell’azienda, voleva condividere con i dipendenti la gioia per il conseguimento della laurea. Quindi: orario ridotto, vino e pastasciutta per tutti.
O meglio: per chi si portava il piatto da casa. Siamo alla fine degli anni ’40 del secolo scorso e l’Azienda, tutt’ora in mano dalla famiglia Conforti, metteva in pratica – quasi istintivamente – delle azioni che oggi sono codificate come Comunicazione Interna e funzionali al perseguimento di un positivo Clima Aziendale.
Anche quando gli avvisi dovevano riprendere comportamenti non corretti, il tono era pacato, quasi paterno. Come, ad esempio, quando alcuni operai dell’azienda erano stati beccati a lanciare commenti poco cavallereschi alle operaie dei Laboratori Farmaceutici Glaxo, il cui cortile era diviso da quello della Conforti da un muretto.
Una cura ai rapporti interni che molte aziende in anni successivi hanno perso o trascurato. Non tutte per fortuna, se ricordiamo esempi eccellenti alla Olivetti e che oggi torna prepotentemente a chiedere il suo ruolo, indispensabile per il buon funzionamento dell’organismo aziendale.
Per approfondimenti consiglio il sito di ASCAI – Associazione per lo sviluppo della Comunicazione Aziendale in Italia che avendo come oggetto proprio l’atto del comunicare, ha il pregio di presentare contenuti di qualità in modo chiaro e comprensibile.
La comunicazione interna, dal foglietto scritto a macchina si é indubbiamente evoluta ed ha a disposizione una molteplicità di strumenti, adeguati ai diversi messaggi, scopi e contesti.
Si va dalla sempre viva e apprezzata newsletter interna della quale, nonostante l’uso sempre più diffuso della versione digitale, la versione su carta continua ad avere molti estimatori, alle reti intranet per lo scambio di dati e condivisione del lavoro, per arrivare ai social interni e a vere e proprie campagne, progettare, realizzate e diffuse esclusivamente all’interno del “mondo dell’azienda”.
Per stimolare l’attenzione alla comunicazione interna aziendale c’é anche un premio europeo, il Grand Prix Feieia. Nella sua ultima edizione é stato presentato il progetto di TIM dedicato alla valorizzazione dei dipendenti e del territorio: Carpool Job, miniserie video interpretata da veri dipendenti TIM.
In ogni puntata, un tecnico ospita sulla sua Panda rossa un collega che non conosce. In viaggio per le strade della città, i due si intervistano a vicenda sui rispettivi mestieri e percorsi professionali, raccontando aneddoti e storie curiose legate alla quotidianità. Un modo per valorizzare le persone e sottolinearne l’importanza all’interno dell’azienda ma anche per scoprire le criticità che, se cercate con domande dirette, stenterebbero ad emergere.
Un altro caso che ritengo interessante é quello della Compagnia Teatrale ManNicomio, del Gruppo Manni che, tramite l’esperienza del teatro d’impresa mette in luce, per risolverli, i conflitti interni e favorisce lo spirito d’appartenenza e coesione fra il personale.
Si potrebbe continuare, perché di buone pratiche inquadrate nel più ampio scenario della Responsabilità Sociale d’Impresa per fortuna ce ne sono molte e tutte rassicuranti del fatto che le “braghe bianche del Sciur Padrun” sono un outfit ormai fuori moda.
Tiziana Sartori
*) Le riproduzioni degli avvisi sono tratte da “Cent’anni di gratitudine“, la monografia aziendale che Conforti spa ha realizzato nel 2012 in occasione del centenario dalla fondazione. L’opera é catalogata nei nostri archivi con il codice C001.
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