Se dovessimo rappresentare l’Italia repubblicana lo faremmo attraverso il racconto epico della Resistenza o tramite la narrazione della leggendaria ricostruzione del dopoguerra? O piuttosto affideremo questo racconto alle vicende odierne della società, dell’economia e della politica?
La rappresentazione più vicina alla realtà, che ognuno di noi percepisce, sarebbe senz’altro la seconda. Magari, nel caso specifico, solo resa più amara dall’eventuale confronto con la prima; se invece il presente fosse radioso la rappresentazione che daremmo sarebbe bella e soprattutto credibile in quanto tangibile e verificabile.
La modalità del racconto epico del passato è quella dello “Storytelling” la seconda, e ce lo dice in un suo articolo su LaRepubblica il sociologo Francesco Morace, è quella dello “Storydoing”.
La mia è un’astrazione iperbolica di quello che Morace pone sul piano del brand. Dice il sociologo napoletano: “… dallo storytelling allo storydoing: non raccontarmi storie affascinanti lontane dalla mia (e tua) realtà, ma dimmi cosa fai! …”
Questo spostamento dalla comunicazione simbolica di status a quella percepita come reale perché agganciata all’odierno vissuto di ognuno, è causato dalle caratteristiche specifiche “dell’era digitale” in cui ogni informazione è resa comune dal basso e “dell’era dell’esperienza” in cui l’avvento del “Prosumer”, come lo definisce Alvin Toffler, determina la fine dell’azienda “totem” e quindi il consumo diviene esperienzialità, condivisione, scambio biunivoco tra consumatore e azienda.
In questo senso lo Storydoing diventa prevalente nel racconto dell’Azienda e degli aspetti istituzionali del brand. E ne sancisce successo o insuccesso, in funzione di aspetti che nulla hanno a che fare con il soddisfacimento tangibile di un bisogno, come è proprio di tutti gli asset immateriali.
Ci ha fatto estremo piacere leggere quest’articolo in cui Morace ribadisce i principi dello Storydoing perché se in un libro storico sono presenti i contenuti, se non la forma, dello Storytelling ed in un saggio giornalistico quelli dello Storydoing, in una Monografia d’Impresa sono presenti – o quantomeno dovrebbero esserlo rispetto alla definizione da noi enunciata – entrambi.
La Monografia aziendale, inoltre, dovrebbe dare spazio adeguato – sempre secondo questa logica – ad un altro fondamentale aspetto: quello riguardante i progetti e le prospettive per il futuro.
Stefano Russo
Per approfondire:
Storydoing
Francesco Morace – Dallo storytelling allo Storydoing – Repubblica.it/Osservatorio italia
AAVV – Studio Accetture, passare dallo storytelling allo Storydoing – Yuomark.it /Fjord Trends 2017
Giulia Sambo – Storydoing e business, l’accoppiata perfetta – ThisMarketers Life.it
Monografia d’Impresa
AAVV – Monografie Istituzionali d’Impresa: definizione – Monografieimpresa.it
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