Parallelamente allo sviluppo della digitalizzazione e quindi dematerializzazione dei dati che sta diventando un’esigenza funzionale irrinunciabile, si manifesta sempre più forte la necessità di riappropriarsi del tangibile che racconta il passato.
Ecco quindi la rivalutazione, con importanti ristrutturazioni strutturali e d’uso, di quelli che fino a un decennio fa erano considerati solo calcinacci di vecchie fabbriche in abbandono ed oggi, con la definizione di “archeologia industriale”, rinascono a nuova vita e nuove fruizioni.
Le forme architettoniche, prima considerate prive di valore o obsolete, vengono viste con occhi nuovi che ne riscoprono l’adesione a codici estetici e razionali, anche quando non razionalistici, molto più completi tecnicamente e culturalmente di più recenti forme “modernesi”.
A Verona abbiamo sotto gli occhi due esempi di pregio, anche se non esenti da critiche e polemiche, spesso targate politicamente:
la Provianda di Santa Marta e gli ex Magazzini Generali.
La Provianda, spesso definita erroneamente “caserma”, è un ex panificio militare austriaco con annessi magazzini alimentari e silos per lo stoccaggio del grano.
Dopo anni di abbandono e degrado l’imponente complesso è stato sapientemente recuperato con un restauro che – rispettando le tracce della vita precedente – l’ha trasformato in spettacolare contenitore per le attività del Dipartimento di Economia dall’Università di Verona.
Gli ex Magazzini Generali di Verona edificati a partire dal 1924 per favorire il commercio ortofrutticolo su esempio dei Magazzini di Genova e Milano, si estendevano su circa 30 ettari ed erano collegati alla rete ferroviaria.
Oltre a vasti depositi i Magazzini annoverano una stazione frigorifera che all’epoca della costruzione, era la più grande in Europa, nonché quella tecnologicamente più avanzata.
Il declino dell’area si delinea verso la fine degli anni Sessanta con l’avanzare del trasporto su gomma.
Negli anni Settanta parte dell’attività dei Magazzini viene trasferita al Quadrante Europa, più comodo logisticamente e la dismissione definitiva è del 1982.
Finalmente, dopo anni di abbandono, questo pregevole complesso di architettura industriale sta rinascendo a nuova vita, avviandosi a diventare una cittadella delle professioni e della cultura.
Già da un paio di anni il Magazzino 1 (o “del grano”) accoglie l’Archivio di Stato con il suo imponente bagaglio fatto 13 secoli di documenti e il MusaLab di Franca Rame e Dario Fo che raccoglie manoscritti, dipinti, abiti di scena, marionette… del premio Nobel e della sua compagna sulla scena e nella vita.
Sempre nel Magazzino del Grano ha trovato sede l’Ordine degli Ingegneri.
Nel Magazzino 15, è di recente inaugurazione la sede dell’Ordine degli Architetti, cui faranno seguito quelle dei Dottori Commercialisti e dei Consulenti del Lavoro.
Sulla storia dei Magazzini Generali di Verona segnaliamo la tesi di Anna Pisani (Politecnico di Milano AA 2011/2012, Laurea specialistica in Architettura) consultabile cliccando QUI
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