A Bastia Umbra, nella primavera 2015, giusto in concomitanza con l’inaugurazione dell’Expo, é stata raccontata la storia di due aziende del mondo dell’alimentazione, e quindi legate alla terra e al territorio.
Il titolo: “Due Imprese, Una storia – Mignini&Petrini 200 anni di alimentazione nel cuore verde d’Italia“.
Una narrazione fatta di immagini del passato e progetti per il futuro, di fragili cimeli di una comunicazione che si chiamava Réclame e di documenti – anche video – inediti che testimoniano la quotidianità operativa di due aziende di mangimi, farine e paste che, agli inizi del nuovo millennio hanno deciso di unificare i loro percorsi paralleli.
Come contenitore per questa “monografia esperienziale” sono stati scelti significativamente i locali del vecchio stabilimento Petrini: un manufatto di autentica archeologia industriale, testimone della necessità di una strategia di riuso intelligente di volumetrie che, ben più di quelle ad uso abitativo, raccontano la genialità dei progettisti italiani.
L’hanno definita una mostra, ma non é una definizione esaustiva. Ribadisco che – secondo me – é una monografia d’impresa esperienziale, sensoriale, nella quale, oltre alle 3 dimensioni del tempo si vive anche quelle dello spazio. Come in un museo, certo, ma con in più il fascino dell’effimerità e quindi unicità dell’esperienza.
L’evento é stato curato da Francesca Giommi, ricercatrice all’Università di Perugia, e Manuel Vaquero Piñeiro, docente all’Università di Perugia, ai quali si deve anche la scheda di approfondimento, scaricabile cliccando QUI.
Tiziana Sartori (soddisfatta di non aver mai usato, per questo articolo, il termine “storytelling”)
Scrivi un commento