Il distretto Nordest di FIDAPA – Federazione Italiana Donne Arti Professioni e Affari – per l’evento di chiusura delle attività dell’anno sociale ha indetto un interessante incontro al quale ho avuto il piacere di portare il mio piccolo contributo sedendo al tavolo dei relatori.
Nell’accogliente cornice del Relais Villabella di Sambonifacio, lo scorso 15 giugno si è parlato di “Donne e uomini manager: insieme un valore aggiunto”.
Il tema della coesistenza e collaborazione fra donne e uomini è attuale e proiettivo per l’imprenditoria italiana e non solo.
Nella ridefinizione in atto del concetto di responsabilità d’impresa – anche in funzione di una situazione economica e sociale complessa – la managerialità femminile sta iniziando ad essere accettata e valorizzata per le sue peculiarità di genere.
Le donne manager che, negli anni 80 erano prive di modelli di riferimenti di genere e – per essere accettate dovevano conformarsi a comportamenti maschili – oggi iniziano a trovare un loro codice comportamentale che attingendo nelle specificità femminili, si relaziona con la managerialità maschile in modo perfettamente complementare. Non gregario, attenzione, ma complementare.
Già la concezione assoluta di managerialità si sta evolvendo: la leadership viene sempre più vissuta come “servizio” che chi la detiene svolge per il bene collettivo, in un rapporto caratterizzato dalla condivisione.
Se la managerialità maschile si esprime in ruoli legati al “compito” quella femminile è orientata alla relazione, all’ascolto e alla condivisione.
Non a caso, per il marketing, l’ attuale è il momento della condivisione e dell’ascolto. Non a caso i marketer hanno coniato il nome di una nuova figura, nel panorama dei rapporti produttore-consumatore: il presumer, ovvero il consumatore che diventa parte attiva proponendo, se non addirittura l’idea di un nuovo prodotto, o quanto meno un nuovo utilizzo dello stesso o una sua miglioria.
La globalizzazione, delocalizzando massicciamente in Asia la produzione e trattenendo in Occidente i momenti di innovazione e progettualità, mette a contatto culture e quindi processi di ragionamento molto diversi fra loro, principalmente di contrapposizione quello occidentale, di somme di ragionamenti l’orientale.
Questo dovrebbe incrementare la presenza femminile ai vertici imprenditoriali perché i processi di ragionamento femminili hanno delle analogie con quelli orientali. E se i coach stanno già prospettando l’idea del manager androgino, racchiudente il meglio dell’uno e dell’altro genere, cosa c’è di meglio che utilizzare ciò che in natura già c’è, ovvero la diversità nelle sue tipicità spontanee?
Il tema ha appassionato la sala anche per la consapevolezza che c’è ancora tanto lavoro da fare, a partire dalla famiglia per passare alla scuola e alla società tutta.
Il convegno, concluso con l’auspicio di nuovi incontri di approfondimento, ha visto al tavolo dei relatori, sotto la garbata regia di Anna Giovannoni, medico e Past President FIDAPA Distretto Nordest e la competente moderazione di Laura Bolognini, consulente di comunicazione e gestione HR:
- Cristina Rossello, avvocato, Presidente di “Progetto Donne e Futuro” iniziativa per la nobilitazione delle eccellenze femminili.
- Pier Paolo Becich, consulente aziendale e addetto alla promozione economico/commerciale del Consolato onorario di Svezia a Milano;
- David Ferroli, imprenditore, Consigliere Delegato Maxa – prodotti per la climatizzazione ed il riscaldamento dell’aria.
- Nicoletta Coeli, imprenditrice, product manager settore fashion
- Alberto Bolzonella e Marina Bertagnin, artisti e managers atipici
- Gabriella Vaglieri, medico, Presidente Fidapa Distretto Nordest.
- Tiziana Sartori, consulente di comunicazione aziendale (Sartori, Russo & co), vicepresidente Osservatorio Monografie Istituzionali d’Impresa
Tiziana Sartori
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