Domenica 1 Luglio 2018, a 10 anni dall’idea iniziale elaborata dal Comune di Ivrea e dalla Fondazione Adriano Olivetti di presentarne la candidatura, il 42° Comitato Unesco ha assegnato alla città di Ivrea il titolo di “Città industriale del XX° secolo”.
Questo riconoscimento alla città giunge nel 110° anniversario dalla fondazione della fabbrica voluta da Camillo Olivetti e che suo figlio Adriano, illuminato imprenditore (il cui motto è stato “La fabbrica al servizio dell’Uomo e non viceversa”), ha portato nella leggenda.

Ivrea diventa quindi il 54° sito italiano inserito nel Patrimonio dell’Umanità ed oltre ad allargare la distanza con la Cina (che rimane ferma a 52 siti) conferma che le potenzialità delle nostre imprese sono notevoli e spesso basta guardare al passato per trovare le giuste “ricette”: innovazione, coop-etizione (un neologismo che unisce la cooperazione tra le diverse risorse presenti in azienda e la voglia di superare la concorrenza attraverso una sana competizione ispirata a valori etici), ma soprattutto l’aderenza ai principi della «responsabilità dell’impresa verso la società».
Il carburante che può dare avvio alla ripresa economica in Italia è la fiducia che può essere attuata solo grazie a progetti imprenditoriali vicini all’Umanesimo olivettiano.

Massimo Mamoli

Massimo Mamoli (1959), dopo una Laurea in Economia e Commercio (Università Cattolica, 1992), nel 2012 ha conseguito il PhD in “Marketing per le strategie d’impresa”, presso l’Università di Bergamo.
A partire dall’a.a. 2012-2013, con la qualifica di “Professore a contratto” insegna presso diversi Atenei (Università di Milano, Padova e presso il Campus di Treviso dell’Università Cà Foscari di Venezia) le seguenti discipline: Economia Aziendale; Economia e Gestione delle Imprese; Marketing e Comunicazione; infine Strategia ed Organizzazione Aziendale.