Ho rivolto alcune domande al dottor Massimo Medugno, Direttore Generale di Assocarta, associazione confindustriale che cura gli interessi dell’industria cartaria italiana.
Dottor Medugno, è insistente il confronto tra messaggio su carta e trasmissione digitale. Si parla molto di paperless, soprattutto per quel che riguarda il rapporto tra istituzioni e utenti.
Come si pone Assocarta in questo dibattito?
Assocarta crede profondamente nell’integrazione tra carta e digitale e monitora le campagne istituzionali “paperless”.
A questo proposito usare il termine “paperless” già appare scorretto. Infatti la carta ha una sua valenza ecologica intrinseca in quanto prodotto rinnovabile e riciclabile, mentre anche il digitale ha un impatto ambientale.
E’ importante che queste campagne non sconfinino nel territorio del greenwashing o addirittura nella pubblicità ingannevole e comparativa illecita a danno delle imprese, in quanto molto spesso citano dati senza precisarne la fonte.
Come Assocarta dal 2009 siamo il capofila di un progetto che abbraccia tutta la filiera della comunicazione su carta – TwoSides, Il lato verde della carta – che ha l’obiettivo di comunicare la sostenibilità dei prodotti cartacei sulla base di dati scientifici autorevole e riconosciuti, come quelli della FAO ad esempio.
Relativamente al settore dell’industria cartaria che é alla base del nostro oggetto di studio, ovvero la carta da stampa ed editoria, c’è chi sostiene che gli e-book manderanno in soffitta i libri di carta.
Ma é la stessa cosa leggere sulla carta o su un tablet?
Secondo una ricerca del Washington Post condotta a settembre 2014 soltanto il 9% degli studenti universitari americani si affida agli e-book e i nativi digitali preferiscono leggere e studiare sul libro di testo tradizionale, quello inventato da Gutenberg e da Manuzio, piuttosto che passare ore davanti a uno schermo.
Il libro cartaceo sembrerebbe quindi più “navigabile” dell’e-book. Una sorta di “slow reading” la lettura dei nostri figli come lo è stata quella dei nostri genitori e anche la nostra.
Una lettura lenta e proficua che facilita la riflessione e la memorizzazione, quella di cui parla uno studioso come David Mikics, che suggerisce nel suo libro “Slow reading. Leggere con lentezza nell’epoca della fretta” Editore Garzanti, alcune regole (d’oro) per mettere in pratica questo “slow reading” e ritrovare il tempo perduto.
Anche nell’enciclica Laudato si’ si afferma che troppi media e digitale soffocano la “sapienza” (par. 47).
A proposito di tempo perduto non so se riuscirei, come lettore, a leggere la “A la Recherche du temps perdu” di Proust versione e-book. Certo non è una lettura obbligatoria soprattutto in un Paese come il nostro dove i lettori di quotidiani e libri sono davvero troppo pochi: siamo il fanalino di coda dell’Europa.
Molti anche tra i laureati non leggono nemmeno un libro all’anno. Per questo in più di una occasione istituzionale, sia come Assocarta che come Federazione della Filiera della Carta e della Grafica, abbiamo fatto presente al Governo una proposta di bonus lettura per i più giovani per invitarli a leggere.
Una misura per i giovani tra 18 e 25 anni, per acquistare libri giornali riviste pagando solo il 25% del prezzo mentre il 75% verrebbe pagato dallo Stato fino a un contributo di 100 euro a testa.
Le cartiere e Assocarta, dal punto di vista della comunicazione, come ripagano quello che viene definito “il debito con la natura” derivato dall’uso del legno per la produzione di cellulosa?
Ogni uomo è in debito con la natura, quando ne usa le risorse. Ma l’industria cartaria ha dei buoni fondamentali ed è orgogliosa di produrre carta perché basa la sua produzione su di un materiale naturale, rinnovabile, riciclabile (ed effettivamente riciclato).
Altre filiere, spesso nostri competitori, stanno percorrendo la strada di utilizzare in maniera sempre più estesa biomolecole e fibre vegetali spesso alla ricerca di aiuti ed incentivi.
La Filiera cartaria si prende cura dei propri prodotti, con un tasso di raccolta di oltre il 62% di carta da riciclare e un tasso di utilizzo della stessa di oltre il 54%.
In Europa un giornale avviato al riciclo torna in produzione in 7 giorni, una scatola in cartone ondulato in 14 giorni (fonte ERPC). La scarsa disponibilità di risorse forestali nel nostro Paese ha portato l’industria cartaria italiana a sviluppare tra i primi una rilevante capacità produttiva basata sull’impiego della carta da riciclare, da diversi anni, infatti, la carta da riciclare rappresenta la prima fonte di fibre per i prodotti cartari italiani.
Con gli anni i processi e le tecnologie si sono sviluppati al fine di ottimizzare l’impiego delle fibre di riciclo rese disponibili dai sistemi di raccolta e selezione.
Inoltre, il 75% degli impianti ha certificazioni ambientali e molti prodotti hanno certificazioni di prodotti.
Da 16 anni affianchiamo ai consueti report economici un rapporto ambientale: siamo stati fra i primi a farlo.
Quanto ai confronti con il digitale, in termini di emissioni di CO2, il consumo di carta di ogni italiano corrisponde a 700 km in auto: meno della distanza tra Roma e Bressanone in Alto Adige.
Tiziana Sartori
Who’sWho Assocarta Associazione Nazionale fra gli Industriali della Carta, Cartoni e Paste per Carta, venne fondata l’11 maggio del 1888 con l’obiettivo di “tutelare l’industria e il commercio cartaceo italiano”. |
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