A Torino, negli spazi che erano le storiche Officine Mirafiori di Fiat, ha aperto recentemente i battenti l’Heritage Hub che, come il Museo Storico dell’Alfa Romeo e il Centro Storico Fiat, mette a disposizione dei visitatori oltre un secolo di italianità purtroppo perduta.
Tutta l’operazione Heritage che FCA ha realizzato per celebrare fasti e miti di Alfa Romeo, Lancia, Fiat e Abarth é bellissima e – forse – indispensabile: gli italiani hanno scoperto l’Italia e quindi il mondo a bordo dei gioielli che la grande meccanica italiana ha saputo creare per oltre un secolo; raccogliere gli esemplari più iconici o più rari, i prototipi e le edizioni speciale in luoghi di culto e cultura é un’iniziativa che forse un poco lenisce il dispiacere di non aver più un’auto veramente italiana.
Con un’ottica un po’ cinica, però, queste raccolte di inestimabile valore di auto e glorie del passato più che Hub – termine che suggerisce interattività e vitalità – o Musei d’Impresa – finalizzati al coinvolgimento emotivo del visitatore nel “mondo del brand” – sembrano quasi dei mausolei, dei pantheon, degli ossari: luoghi un po’ tristi, dietro il make up impeccabile delle carrozzerie tirate a lucido, dove ripercorrere un passato che non può tornare.
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