Quando la gerarchia non è a scale ma a cassetti. La scrivania del consiglio di amministrazione: al boss due colonne di cassetti, ai vice una e all’ospite nessuna.
La recente visita alla Venezia Heritage Tower di Porto Marghera mi ha regalato la scoperta di un manufatto che oltre a presentare una lavorazione artigianale di pregio è, con la sua geometria, l’icona di gestione aziendale non gerarchizzata in forma piramidale ma quadrata-circolare.
Siamo alla fine degli anni ’40 del novecento; Gino Zoppolato, amministratore dal 1933 al 1987 dell’azienda di famiglia Paolini Villani & C.i(1), incarica l’amico Mario De Luigi(2), docente di scultura all’Università di Venezia, di progettargli una scrivania esclusiva.
Nasce così un affascinante pezzo unico, non solo dal punto di vista costruttivo(3), ma soprattutto per la simbologia che presenta.
Anche oggi le scrivanie dei “capi”, almeno per quelli che hanno possibilità di scelta, comunicano alcuni aspetti del carattere del manager e delle modalità con cui viene gestita la governance.
Quindi la scrivania, oltre alla posizione dell’ufficio che la accoglie, ha una chiave di lettura simbolica chiaramente traducibile.
La scrivania di Zoppolato ci racconta che – essendo lui il “capo” – il suo posto era quello indicato nella foto con la lettera “A”: infatti aveva a disposizione ben due colonne di cassetti, mentre i suoi due vicepresidenti (lettere “B” e “C” nella foto) dovevano accontentarsi di una sola cassettiera. Per l’ospite (lettera “D”) infine, nessuna cassettiera ma solo il piano di scrittura.
Osservando bene questo singolare manufatto si possono trarre interessanti deduzioni su una concezione gerarchica – non a “scale” ma a “cassetti” – e sulla personalità dell’ultimo amministratore della Paolini Villani & C.i, prima che la società passasse di mano all’altrettanto storica F.lli Barbieri di Padova a cui si deve l’invenzione dell’iconico Aperol.
Mario Magagnino
(1) Nata a Venezia come Paolini & C.° nel 1892, poi trasformata in Paolini Villani & C.i nel 1906, l’impresa si trasferisce nel 1913 in un nuovissimo stabilimento a Mestre, poi distrutto dai bombardamenti nel 1944; dopo la guerra, nel 1953 si insedia definitivamente a Porto Marghera, nell’ex stabilimento ristrutturato del Cotonificio Veneziano, divenendo una fabbrica all’avanguardia, dotata anche di un grande reparto dedicato alla lavorazione e al confezionamento del Thè Lipton, di cui la Paolini Villani fu concessionaria in Italia per cinquant’anni, fino al 1978. Molti i marchi registrati: tra i più significativi, la “Droga Combinata Paolini”, il “Lievito Paolini”, l’insetticida “Sterminio”, il “Budino dei Dogi”, il “Fast” e la famosa “Ovocrema”, poi diventata “Orocrema”.
(2) Mario De Luigi anche Deluigi (Treviso il 21 giugno 1901, Dolo (VE) 27 maggio 1978) è stato un pittore italiano, affiliato al movimento spazialista fondato da Lucio Fontana, di cui firma il manifesto nel 1951.
Assistente nel 1942 di Arturo Martini, presso la cattedra di scultura all’accadernia di belle arti di Venezia, ebbe nel 1947 la cattedra di scenografia all’istituto universitario di architettura, che conservò fino al 1970. Fu amico fraterno di Carlo Scarpa con il quale lavoro ad opere significative.
La sua biografia è presente su Wikipedia e sull’Enciclopedia Treccani
(3) La scrivania é ad incastro complesso senza viti e si smonta dall’alto, lasciando libere le 4 basi e una tavola superiore completa di 4 tiretti-scrittoio ricoperti di pelle verde. Il legno usato è massello ciliegio.
La scrivania appartiene ad Alvise Zoppolato, mentre gli oggetti presenti sulla scrivania stessa appartengono alla collezione di Massimo Orlandini.
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