La comunicazione interna delle aziende è una risorsa fondamentale per le imprese.
Nata come esigenza nel secondo dopoguerra con il boom della industrializzazione, la comunicazione interna nelle fabbriche era originariamente veicolata attraverso bollettini aziendali di informazione per i dipendenti.
In un secondo momento cominciarono a diventare delle vere e proprie riviste o house organ con dei progetti editoriali di grande importanza, pensiamo alla Rivista Pirelli (1948) oppure a Civiltà delle macchine.
Molti sono gli esempi in cui grandi firme e designer hanno prestato il loro nome ad house organ diventati col tempo un patrimonio culturale artistico unico nel loro genere.
Chiaramente tutti questi strumenti sono nati in un contesto industriale e sociale molto diverso da quello di oggi. All’epoca i bollettini aziendali costituivano la prima modalità istituzionale per comunicare con i propri dipendenti: non esistevano mail, né computer né smartphone.
Inoltre i contenuti avevano una funziona propagandistica dall’alto al basso, mentre oggi la comunicazione interna ha l’obiettivo opposto, ovvero quello della inclusione e della partecipazione dei dipendenti, che oggi sono invitati a dare un proprio contributo attivo.
Dalla comunicazione monodirezionale, oggi il dialogo tra impresa e soggetto vuole essere sempre più bidirezionale.
Proprio su quest’ultimo punto il digitale ha generato importanti opportunità, grazie a strumenti a cui la comunicazione interna oggi può attingere per essere veicolata:
- Intranet, ovvero portali interni di consultazione nei quali è possibile accedere ad una serie di servizi e comunicazioni; le intranet hanno al loro interno un enorme potenziale in quanto permettono di attivare sistemi di collaborazione come commenti ai post, chat e sistemi di votazione, che consentono di dare accesso a tutti gli utenti abilitati alla possibilità di dare un proprio contributo; per attivare una intranet ad oggi sono disponibili piattaforme ad elevata personalizzazione oppure sistemi ready-to-use (ovvero pronti all’uso) come Facebook Workplace;
- Digital signage, ovvero comunicazioni veicolate attraverso tv o totem digitali collocati negli spazi comuni aziendali, come sale caffè, zona di accesso e passaggio, salette d’attesa; interessante è la possibilità di gestire i palinsesti da parte dell’HR e marketing grazie a software che permettono di sincronizzare i contenuti con dati in tempo reale oppure campagne di promozione interna veicolati con altri strumenti;
- Mailing interni, ovvero comunicazioni che possono stimolare la visibilità di iniziative come concorsi, eventi e fiere e che possono diventare importanti strumenti di rilevazione sulla partecipazione degli utenti/dipendenti;
- Minisiti dedicati ad iniziative speciali, come incentivo per la forza vendita;
- Iniziative social e gruppi privati aziendali, nei quali far convergere i dipendenti di paesi o continenti diversi;
- Sistemi di videoconferenza e videoregistrazione per permettere alle sedi estere o dislocate in altre di partecipare ad eventi di presentazione di prodotto o istituzionale.
I vantaggi che il digitale riserva alla comunicazione interna sono molti, sia sul fronte del dipendente che su quello dell’azienda:
– Per il dipendente, un aumento del senso di appartenenza grazie al continuo flusso informativo, maggiore consapevolezza della vision aziendale grazie ai contenuti facilmente reperibili negli archivi documentali digitali che una intranet può disporre, percezione di un ruolo attivo grazie alla possibilità di dare contributi reali attraverso strumenti come blog e rating score, ed infine una riduzione delle distanze tra le aree operative e quelle manageriali grazie ad uno spazio virtuale in cui tutti sono utenti “contributori” di pari livello;
– Per l’azienda un aumento delle interazioni con tutte le aree aziendale grazie ad uno spazio aziendale virtuale istituzionalizzato in cui sono presenti tutti, la veicolazione dei valori aziendali grazie a guideline grafiche e di contenuto, un incremento degli strumenti utili alla misurazione del clima aziendale (esempio numero di CTR nei mailing di comunicazione, numero di interazione nel post, scoring, attivazione di survey), un aumento delle statistiche di misurazione del ROI sulle singole iniziative ed infine una maggiore formazione e partecipazione ad altre iniziative di business collaterali.
La grande sfida sarà quella di saper progettare e governare contenuti e processi ed interazioni capaci di rispondere alle necessità di tutti, dagli operativi alle aree manageriali delle varie aree funzionali.
Ma questo è un altro capitolo, e si chiama Digital Service Design.
Elisa Nardon
Digital Content Strategist – Intesys
Scrivi un commento