La longevità delle aziende, con lo sviluppo negli ultimi decenni del cosiddetto Heritage Marketing, è argomento di ricerca e confronto, interessante per gli storici d’impresa ed è un asset importante della comunicazione istituzionale finalizzata al consolidamento della reputazione aziendale (per inciso, la collaborazione in atto tra l’Osservatorio Monografie d’Impresa con Vinitaly rientra in quest’ambito).
Da più fonti il primato italiano per longevità viene attribuito ad una azienda in provincia di Isernia, Campane Marinelli, nata nell’anno 1000.
Nel settore del vino, la più antica viene reputata la Barone Ricasoli (Siena 1141) e la storia che vi racconto inizia con la lettura del post del 19 agosto 2015 di Prima di Winenew che, identificando le cantine europee più longeve, attribuisce a Barone Ricasoli tale primato.
Il secondo spunto per raccontare questa storia mi scaturisce da un ricordo personale che sintetizzo.
Salento, agosto 2016. Mi capita di leggere la pubblicità dell’azienda Duca Carlo Guarini, con impresso nel logo la scritta “Dal 1065 in Terra d’Otranto”.
Ricordandomi la data della Ricasoli, colgo la differenza di un secolo e tutto ciò mi incuriosisce, ma preso dalle priorità del quotidiano, posiziono il tutto nella mia memoria.
Come di consueto, anche quest’anno, ho dedicato una giornata-visita al Vinitaly. Stavolta con una piccola curiosità in più da soddisfare: quella di vedere le foto – oggetto di gossip di settore – del vigneto cileno e dell’uva da tavola che decoravano il padiglione della Puglia e, nell’avvicinarmi all’area dedicata a questa regione “inciampo” nello stand della Cantina Duca Carlo Guarini.
Mi torna alla mente quel dettaglio memorizzato quasi casualmente e decido di fermami per soddisfare la mia curiosità pregressa.
Ho avuto la fortuna di incontrare Giovanni Guarini, proprietario dell’azienda insieme alla famiglia che, in una veloce chiacchierata, mi riferisce del ritrovamento di un documento che attesta addirittura al 1040 l’anno della nascita dell’azienda.
Successivamente a questo incontro, Giovanni Guarini mi ha inviato la documentazione di questa storia millenaria d’impresa, di cui, riporto un brano significativo e suggestivo insieme (da Scopro//Storia & Territorio, Guarini Wine Journey).
Attraverso documenti storici si condividono le vicende che hanno legato la famiglia Guarini alla storia del loro territorio e all’agricoltura. Un salto indietro di secoli per scoprire personaggi realmente vissuti nella Contea di Lecce, intorno all’anno mille. Siamo all’epoca del Regno di Sicilia e del Ducato di Puglia sotto l’ultimo rappresentante della stirpe che li ha formati, Tancredi D’Altavilla, Conte di Lecce e Re di Sicilia. Uno dei regni più importanti, formato dopo lunghi anni di conquiste nel sud Italia da parte di avventurieri normanni, eredi di Rollone il Vichingo. Nell’anno 1016 quaranta pellegrini normanni, di ritorno dalla Terra Santa, fanno sosta nella Chiesa dell’Arcangelo Michele a Monte Sant’Angelo sul Gargano, uno dei più importanti luoghi di pellegrinaggio d’Europa, costruito e consacrato nel 400 dopo Cristo dal vescovo Laurenzio di Siponto. Qui nell’ombra della grotta vengono avvicinati da Melo, un longobardo la cui unica missione di vita è l’indipendenza del suo popolo da Bisanzio, che all’epoca ha un dominio incontrastato su tutto il sud Italia. Chiede aiuto ai Normanni, esorta a far scendere quanti più Cavalieri per realizzare questa impresa, in cambio promette terre e ricchezze. Nel 1017 i normanni Gilberto e Rainulfo con il loro seguito iniziano a combattere al fianco dei Longobardi contro i Bizantini. Nel 1030 Rainulfo, grande politico, riesce a ottenere il primo feudo normanno del sud, ad Aversa, ponendo solide basi per la loro espansione.
I fratelli Altavilla, provenienti da Hauteville-la-Guichard in Normandia, sono figli di Tancredi, un piccolo conte di provincia che ha 5 figli maschi dalla prima moglie (Guglielmo, Drogone, Umfredo, Goffredo, Serlo) e ben sette dalla seconda: Roberto, Mugero, Guglielmo, Alveredo, Tancredi, Umberto e Ruggero. Chiaramente il piccolo feudo del padre Tancredi non può soddisfare le brame di cotanta stirpe, cosi in seguito alle insistenti richieste di Rainulfo i primi tre Altavilla – Guglielmo, Drogone e Umfredo – nel 1035 varcano le Alpi e si dirigono a sud. Inizia l’epopea degli Altavilla e delle famiglie che come la nostra li accompagnano in questa meravigliosa avventura. Nel 1045 scende anche Roberto d’Altavilla detto il Guiscardo: con le sue straordinarie capacità sarà l’artefice delle conquiste di tutto il sud Italia, divenendo Duca di Puglia. Insieme a lui il fratello minore Ruggero, conquistatore della Sicilia e suo primo Re. In quel periodo il sud Italia normanno era al massimo splendore e tra i regni più importanti al mondo: si pensi che tutti i re dell’epoca volevano far sposare le loro figlie agli Altavilla, compreso l’Imperatore d’Oriente! In questo contesto il conte di Lecce, Tancredi d’Altavilla, ultimo Re di Sicilia della famiglia, nel 1179 realizza il suo voto di fondare un nuovo convento di Benedettini a Lecce: SS. Niccolò e Cataldo. Nell’atto di fondazione e dotazione del Re Tancredi del 1180 compaiono alcuni rappresentanti della famiglia Guarini.
Il primo è il vescovo di Lecce Pietro Guarino o Guarini (medesima famiglia), firmatario insieme a Tancredi di questo atto, nel quale è nominato il fu Accardo Guarini o Guara(nei), come possessore di una vigna concessa al monastero.
Nella donazione vengono date oltre alla vigna del fu Accardo Guarini, figlio di Roberto conte di Valesio, molte altre, come le vigne di Ruggero Spani, quelle di Teodoro di San Iacopo, di Guglielmo Valonis, del presbitero Pietro e quelle di Raynaldo Crispini e di Iohannes Garzanites e Iohannes Lenini, quelle di Andree Scardami, di Andree de Stritta, di Andree e Iohannis Colloridi. Negli atti dello studio compare anche il vescovo Roberto Guarini che nel 1213 firma un diploma di conferma a favore del monastero.
Mario Magagnino
Per approfondimenti: “I normanni nel Sud (1016-1130)”, “Il Regno del Sole. I Normanni nel Sud (1130-194)” di Jhon J. Norwich (Ed. Mursia)
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