Luoghi di trasmissione di cultura e tradizioni o anche vetrina di innovazioni?

Qual’è il vantaggio competitivo dell’Heritage Marketing?
Mario Magagnino, presidente di OMI ha centrato su questa domanda il suo intervento conclusivo del  Congresso annuale dell’AIMSC – Associazione Italiana Musei della Stampa e della Carta che si è tenuto al Grand Hotel Tiziano di Lecce, ospitato dal Museo della Stampa del capoluogo salentino e dal suo presidente Vincenzo Gilenardi.
Giorgio Montecchi, presidente AIMSC e Domenico Di Marsico per Confindustria Bari hanno portato il saluto istituzionale.
Poi il giornalista Raffaele Gorgoni ha moderato i tanti, e tutti interessanti,  contributi che si sono alternati nel corso della giornata, iniziata  con un prezioso intervento di Alessandro La Porta sulle origini della tipografia nel Salento.
Poi Maurizio Nocera su Tipografia pura e Arte della stampa nel ‘900, centrato sull’attività di Alberto Tallone.
La restauratrice Teresa Specchia ha illustrato cause e rimedi nel degrado del materiale cartaceo, mentre Lidiana Miotto ha mostrato gli straordinari risultati delle tecniche innovative nel restauro della statuaria in cartapesta.
Tra carta e cartone c’è la perfetta sinergia dell’economia circolare in cui l’Italia ha il record del riuso, ha spiegato Eliana Fariotto di Comieco.
Poi le fascinose suggestioni di chi autoproduce la carta con la tecnica giapponese del Washi trapiantata in Salento, come Andrea de Simeis, incisore e cartaio; o chi, come Gianni Traverso, del Museo della Carta di Mele, in Liguria, ha riattivato il ciclo produttivo della carta sia a fini didattici che commerciali.
La giornata si è chiusa con il caso dell’Antica Tipografia Portoghese di Altamura, adottata dal Fai; e con l’illustrazione dell’attività formativa della milanese Fondazione Istituto Rizzoli.
Concludendo i lavori il prof. Magagnino ha ribadito che tutto (o quasi) confluisce nell’opera editoriale, la quale se vuole avere anche una funzione nel marketing sociale e nella creazione di valore per l’impresa, non può esimersi dalla ricerca di caratteristiche e requisiti specifici: quelli che nella sua attività l’OMI ha ben individuato e con i quali riesce a selezionare e premiare le migliori Monografie che le Imprese realizzano utilizzando tutta la gamma delle arti tipografiche e dei nuovi saperi.
In questo, arti e mestieri rivivono in una nuova concezione dell’attività museale tesa a far mettere le mani in pasta nei processi di produzione dei nuovi o antichi materiali, a familiarizzare con le macchine e i cicli di produzione e servono sempre più (e da qui – sottolinea Magagnino – ha origine il loro successo) per dare un principio di realtà e di concretezza alle nuove generazioni di questa svaporata epoca digitale.

Biagio Longo
Membro del CdA e tesoriere di FERPI – Federazione Relazioni Pubbliche Italiana