Si è conclusa alla Sapienza la I° edizione del Corso di Formazione in Valorizzazione e Comunicazione dell’Heritage per le Imprese e le Organizzazioni

Qual è l’essenza del tanto decantato “Made in Italy”? É possibile ravvisare un suo specifico sul piano culturale e della comunicazione? E in che misura, soprattutto nei settori più rappresentativi, l’esperienza dei più illustri protagonisti della tradizione imprenditoriale italiana può essere ritenuta propedeutica?

Queste domande conoscitive hanno animato il Corso di Formazione in Valorizzazione e Comunicazione dell’Heritage per le Imprese e le Organizzazioni promosso dalla Sapienza, la cui prima edizione si è conclusa a Roma lo scorso 24 febbraio.  Diretto da Renato Fontana (ordinario di Sistemi organizzativi complessi alla Sapienza) e coordinato da chi scrive insieme a Daniela Brignone (storica e archivista d’impresa) e a Maria Emanuela Marinelli (Soprintendenza Archivistica e Bibliografica del Lazio), il Corso ha inteso esplorare a tutto campo l’odierna ascesa del Made in Italy come specifico sistema valoriale e fenomeno di comunicazione: di fatto, un vero e proprio heritage brand, che è oggi possibile annoverare a livello globale fra le icone più carismatiche per forza dei contenuti identitari e dei rimandi alla tradizione.

La proposta formativa ha preso le mosse dalla collaborazione istituzionale fra il Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale (Coris), l’associazione Museimpresa e la Soprintendenza Archivistica e Bibliografica del Lazio, valorizzando un originale intreccio di esperienze e contenuti disciplinari nel triplice campo della comunicazione, dell’archivistica e della museologia d’impresa. Tre aree fra loro eterogenee, tenute insieme dalla necessità di far conoscere e valorizzare patrimoni che richiedono diverse professionalità.

Le attività d’aula, avviate il 19 gennaio con una tavola rotonda inaugurale alla presenza dei partner istituzionali e di numerosi ospiti, hanno puntato a formare conoscenze e competenze interdisciplinari per la gestione di progetti di valorizzazione e comunicazione culturale promossi da imprese e organizzazioni in genere, così facendo propria una visione ampia del Made in Italy, non limitata alla sola imprenditoria privata bensì estesa anche alla pluralità di attori pubblici e non profit che incarnano oggi un modello di eccellenza e di italianità virtuosa. E, proprio a partire dall’esperienza dei migliori esponenti dell’imprenditoria storico-familiare italiana, il Corso ha inteso configurarsi programmaticamente come uno spazio d’incontro fra competenze specialistiche fra loro assai diversificate e, di fatto, vero e proprio incubatore di relazioni, grazie al coinvolgimento – in aggiunta ai partner istituzionali – di molteplici enti e associazioni di settore: fra queste, Associazione Bancaria Italiana (ABI), Istituto Nazionale di Sociologia Rurale (INSOR), Istituto Centrale per gli Archivi (ICAR), Unindustria Lazio, i cui rappresentanti si sono avvicendati in aula condividendo esperienze e prospettive di azione future.

Il ciclo di incontri ha inoltre visto la partecipazione di una molteplicità di aziende storiche e noti brand nei settori chiave del Made in Italy, quali Alessi, Amarelli, Benetton, Birra Peroni , Dalmine, Gattinoni, Intesa Sanpaolo, AC Milan, Zegna. Ad affiancarli, una serie di altrettanto importanti case history del settore pubblico e non profit, fra le quali Accademia Nazionale di Santa Cecilia, CNR, ISTAT, Polo Museale Sapienza. Non da ultima, si segnala la collaborazione con l’Osservatorio Monografie d’Impresa (OMI) dell’Università di Verona, che suggella una pluriennale amicizia istituzionale nonché l’auspicio di promuovere in futuro nuove iniziative congiunte con la Sapienza.

Nel complesso, le otto giornate formative hanno visto avvicendarsi in aula oltre trenta fra esperti accademici e professionisti del settore da tutta Italia, chiamati a riportare la loro testimonianza nel campo della progettazione e gestione operativa di archivi storici, collezioni, musei d’impresa e altri contesti di valorizzazione dell’heritage aziendale (editoria, comunicazione digitale e audiovisiva, eventi celebrativi etc.). Altrettanto variegato, per provenienza geografica e disciplinare, il gruppo dei corsisti partecipanti alla prima edizione e impegnati nella realizzazione di un progetto finale, volto a declinare in termini operativi spunti e contenuti e didattici approfonditi nel corso delle lezioni.

A partire da questo bilancio positivo, nonché dal proposito di poter consolidare ulteriormente la formula didattica e la rete di collaborazioni del Corso, i partner istituzionali sono già al lavoro per progettare la seconda edizione. Per la riapertura delle iscrizioni, l’appuntamento è al prossimo autunno.

 Valentina Martino,
ricercatrice in Processi Culturali e Comunicativi alla Sapienza Università di Roma
Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale

 La brochure del corso: 

PDFDW