OMI – Osservatorio Monografie d’Impresa – lancia la proposta per la costruzione di una rete fra realtà che si dedicano alla valorizzazione del Patrimonio Culturale delle Imprese italiane.
In una concezione del fenomeno che travalichi la visione ristretta che finora vi è di tale enorme miniera culturale.
“… non sanno che gli stiamo portando la peste …” ebbe a dire Freud a Jung durante il loro viaggio verso l’America del 1909. OMI vuole “contaminare” il mondo dell’Heritage aziendale attraverso il virus della collaborazione.

Prendo spunto, per questa mia annotazione, dall’uscita del libro di Fabrizio Mosca per l’editore Franco Angeli “Heritage di prodotto e di marca: Modelli teorici e strumenti operativi di marketing per le imprese nei mercati globali del lusso”.
Questa opera si aggiunge a molte altre, tra le quali ricordo quelle di Valentina Martino, Chiara Rossato, Emanuele Sacerdote oltre a moltissime recenti ricerche sugli strumenti della comunicazione istituzionale d’impresa nell’esplorazione dell’Heritage aziendale. È del dicembre scorso, tra l’altro, la ricerca di OMI per Vinitaly sui musei del vino, olio e distillati.
Forse lo dico in modo partigiano ma, a me pare, che le agenzie specializzate nella realizzazione di monografie istituzionali d’impresa e quelle specializzate in Musei d’impresa siano decisamente in sintonia col trend che vede prevalere la valorizzazione dell’area dell’Heritage aziendale, come prefigurato dalle opere sopra citate.
La figura dell’archivista, nel passato legata ad un ambiente prevalentemente pubblico, coglie il cambiamento in atto occupandosi di archivi d’impresa: non sono ambiti contrapposti ma sinergici il cui intento è quello di portare alla luce aspetti storici di interesse collettivo e renderli appetibili ad un pubblico più ampio.
Nei libri della Martino e della Rossato si sottolinea la necessità di censire le entità che a vario titolo entrano nell’ampio mondo dell’Heritage. Elenco dove ad OMI è dedicato un rilievo che ovviamente ci conferma nei nostri propositi.

La mia personale convinzione, maturata in oltre un decennio di attenzione al tema, è che sia arrivato il momento di “far rete” promuovendo la conoscenza sulle mission delle singole realtà al fine di agevolare i destinatari della fruizione dei patrimoni culturali d’impresa, gli attori-imprenditori e soprattutto i fautori della divulgazione dell’Heritage aziendale quale strumento per attingere dal passato le basi di un presente proiettato al futuro.
Ricordo che il 2018, è stato dichiarato “Anno Europeo del Patrimonio Culturale” #EuropeForCulture. In questo contesto OMI, pur carente di risorse finanziarie e umane sufficienti ad un ruolo ipotetico così complesso e articolato, lancia l’idea di costruire un elenco di soggetti che si occupano dell’Heritage dell’impresa.
Ciò potrebbe essere il primo passo di un progetto volto a facilitare la reciproca conoscenza tra le realtà coinvolte e di conseguenza la possibilità di agire su progetti comuni.

L’Osservatorio Monografie d’Impresa può dire di aver già gettato le basi di tale network sviluppando un dialogo collaborativo con entità che, a vario titolo dedicano attenzione all’Heritage come strumento di sviluppo aziendale e sociale: l’Università di Verona, La Sapienza di Roma, lo Iusve di Venezia, l’Heritage Hub for Business dell’University of Hertfordshire, l’Associazione Italiana dei Musei della Stampa e della Carta, la Camera di Commercio di Verona e Promemoria Archives&Heritage Vision.
Le porte della reciproca conoscenza sono aperte: siete i benvenuti!

Mario Magagnino