A018_2L’Antica Dolceria Bonajuto ha perso l’uomo che, credendo nel passato ha proiettato nel futuro e reso famosa nel mondo l’inimitabile ruvidità del cioccolato di Modica.
Un cioccolato prodotto con una remota ricetta Azteca importata in Sicilia dai dominatori Spagnoli.
Un cioccolato antico, antichissimo che senza la passione e la creatività imprenditoriale di Francesco Ruta, forse oggi sarebbe, se non scomparso, quantomeno conosciuto solo dai fortunati modicani.
La sua dolceria é infatti un’antica bottega di alta artigianalità, rimasta immutata dalla sua fondazione nel 1880, traghettata per generazioni fino ad arrivare nelle mani di Ruta, il quale ha saputo farla conoscere nel mondo pur lasciandola come e dove è nata: un gioiellino con gli originali arredi in legno, a Modica, splendida città plasmata su un territorio ruvido come la sua cioccolata.

Francesco Ruta era un uomo tenace, appassionato, lungimirante e viene spontaneo affiancare lui, l’uomo del cioccolato, a Renato Bialetti, l’omino coi baffi inventore della moka. Entrambi fedeli al proprio progetto, imprenditori veri, messaggeri nel mondo della creatività ragionata dell’Italia più bella.

 

Franco Ruta, amministratore dell'Antica Dolceria Bonajuto, con il terzo premio assoluto, consegnatoli da Stefano Russo, tesoriere dell'Osservatorio

Franco Ruta, con il terzo premio assoluto, consegnatoli da Stefano Russo, tesoriere dell’Osservatorio

Noi dell’Osservatorio, abbiamo potuto conoscere Francesco Ruta nel febbraio 2015 quando venne a Verona per ritirare il meritatissimo Premio OMI2014 che le nostre giurie assegnarono alla monografia: La Dolceria Bonajuto, Storia della cioccolateria più antica di Sicilia, (ed. Kalos), opera fortemente voluta da Francesco e scritta con rigore di ricerca e penna affettuosa da Giovanni Criscione.

Per ricordare quest’uomo, elegante paladino di un prodotto così carico di storia e cultura, citiamo le parole usate da Leonardo Sciascia per descrivere il cioccolato di Modica:
... un cioccolato fondente…da mangiare in tocchi o da sciogliere in tazza: di inarrivabile sapore, sicché a chi lo gusta sembra di essere arrivato all’archetipo, all’assoluto, e che il cioccolato altrove prodotto-sia pure il più celebrato  – ne sia l’adulterazione, la corruzione…“
(da La Contea di Modica-Electa).